«Massimo Rocchi, comico in corpo»
Massimo Rocchi scelse il teatro per vincere la timidezza. Erano gli Anni Settanta dell’adolescenza e del liceo a Cesena. La terapia del palcoscenico funzionò al punto da indicargli la via di quella che sarebbe stata la passione, oltre che la sua professione. E poiché la passione non conosce confini, lasciò ben presto la provincia romagnola per raccogliere le sfide nel mondo largo. Bologna dapprima, per il corso D.A.M.S. dell’università e per l’Accademia di Arte drammatica. Poi Parigi, nelle scuole di Etienne Decroux e Marcel Marceau. Chi desiderava dievntare Mimo, poteva scheglerne i maestri, allora. Dopo avere conseguito il diploma “ Master Marceau “, nel 1982, assustette a “Moon Walker” di Michael Jackson, e pensò: “ il MIMO est morto. Evviva il Mimo.”
La ricerca artistica non conosce mai un punto d’approdo. La sua sete di nuove esperienze fece transitare Massimo Rocchi dal mutismo alla parola. Negli Anni Novanta, ormai cittadino europeo in quella Svizzera che si declina in tre lingue, la curiosità verso i differenti idiomi del nostro Continente lo portò a studiare la ricetta per ridurre la Babele a sincretismo. Performance in tedesco, francese, italiano, spagnolo, inglese a mescolare saggezza e rottura di stereotipi nei teatri di diversi Paesi. Per una poetica originale che lo porta a confrontare la sua oralità e e il suo corpo col pubblico.